Ragionamenti su #ricambio #fiducia e cosmetica.
Mi sono abituato a fare recensioni musicali quindi viene facile condividere in un articolo l'idea che mi sto facendo su come tornare a vincere, partendo proprio dal frammento di una bella canzone, in questo caso del bravo Lorenzo.
Molti miei amici di partito in questo pezzo sentono vibrare il cuore all'appello: “mi fido di te”, e invece io comincio a pensare che è quello che ci ha fregato. Ci siamo fidati di noi, rispondendo a degli appelli con tanto di chiamata alle armi senza guardare il mondo da che parte stava andando. Ci siamo fidati delle nostre sicurezze, ci siamo addirittura fidati di 101 deputati che hanno votato contro Romano Prodi e magari sono pure venuti a farci delle belle lezioncine nei circoli del PD in tutti’Italia. La cosa ancora più grave è che ci siamo fidati dei nostri stereotipi senza sognare un partito in cui vale la pena di stare collegati sulla base di proposte nuove. Ci siamo fidati delle solite chiacchiere figlie sempre delle gioiose macchine da guerra e invece scorrendo la canzone la risposta per cambiare stava qui: “forse fa male eppure mi va di stare collegato, di vivere di un fiato, di stendermi sopra al burrone di guardare giù, la vertigine non è paura di cadere ma voglia di volare”.
Se penso che Bersani abbia sbagliato tutto, la risposta è no!
Bersani è una vittima a mio avviso di chi si è perso tra personalismi e guerre interne che ora serve a poco elencare. Pierluigi ha la colpa forse di aver provato a gestire la situazione con alcune operazioni di rinnovamento “pilotato”, per essere chiari: poco spazio al merito di chi con le proprie forze si è costruito consenso e credibilità nella cosiddetta società di mezzo (quella che faceva vincere Romano Prodi) e purtroppo molto spazio a quei giovani un po' bluff, che hanno fatto ben poco per trovarsi nei posti di comando. Lo dico con i miei 36 anni che in Italia significano purtroppo ancora essere giovani, il cambiamento deve essere vero, anche perché le operazioni di cosmetica elettorale non funzionano. L’elettorato italiano in questo momento manda messaggi chiari in cui emerge una necessità di ringiovanimento legato al merito, oppure meglio premiare dei lucidi settantenni che almeno hanno dalla loro l'esperienza.
Se penso che Bersani abbia sbagliato tutto, la risposta è no!
Bersani è una vittima a mio avviso di chi si è perso tra personalismi e guerre interne che ora serve a poco elencare. Pierluigi ha la colpa forse di aver provato a gestire la situazione con alcune operazioni di rinnovamento “pilotato”, per essere chiari: poco spazio al merito di chi con le proprie forze si è costruito consenso e credibilità nella cosiddetta società di mezzo (quella che faceva vincere Romano Prodi) e purtroppo molto spazio a quei giovani un po' bluff, che hanno fatto ben poco per trovarsi nei posti di comando. Lo dico con i miei 36 anni che in Italia significano purtroppo ancora essere giovani, il cambiamento deve essere vero, anche perché le operazioni di cosmetica elettorale non funzionano. L’elettorato italiano in questo momento manda messaggi chiari in cui emerge una necessità di ringiovanimento legato al merito, oppure meglio premiare dei lucidi settantenni che almeno hanno dalla loro l'esperienza.
Quando però penso al ritornello che ha dato principio a questo articolo, non penso solo alle colpe di chi non vuole misurarsi con le parti più attive e creative di questa società preferendo ad esse dei rassicuranti conformismi, voglio anche fare un appello ai tanti giovani amici sfiduciati, a loro voglio dire che è arrivato il momento di riprendere in mano le nostre storie dentro il Partito Democratico, perché rinnovamento a favore di tutti non può avere luogo senza la partecipazione di tutti ed è ancora più vero e duraturo se al posto degli spazi in concessione ci sono spazi conquistati con pazienza, senso di responsabilità e allo stesso tempo con voglia di volare sopra i personalismi. La fase congressuale spero sarà un momento di confronto aperto sui temi e sulle gambe da dare alle idee, più che sulle poltrone. Il Partito Democratico con tutti i suoi difetti è una grande realtà in cui si discute e si cerca di dare risposte ai bisogni degli italiani, ora è arrivato il momento di essere pronti per la sfida delle riforme e allo stesso tempo affrontare la crisi del mercato del lavoro. Ci sono buoni elementi per aggiungere ancora una frase del bravo Lorenzo Cherubini "io penso positivo" chi mi conosce bene sa che non sono ingenuo.
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